martedì 22 gennaio 2008

E' bufera con gli arbitri

La tregua sugli arbitri è finita, ma l'attacco frontale ai direttori di gara non piace ai vertici del calcio. E se quella di Cesare Gussoni è una difesa d'ufficio della categoria, quelle di Giancarlo Abete, Antonio Matarrese, ma anche Adriano Galliani, sono volte a dare fiducia a un progetto di rinnovamento che ha conosciuto, complice Calciopoli, un'accelerazione quasi contro natura. Così dopo l'ultimo turno del girone di andata che ha riacceso la miccia anti-fischietti il mondo del calcio si stringe intorno alla classe "giovane" che va fatta crescere. "Dobbiamo dare tutti una mano a un gruppo di giovani costretti a crescere più rapidamente, per loro c'è stata un'accelerazione di responsabilità ma non c'è una mozione di fiducia o sfiducia. Il problema primario è non delegittimare il nostro sistema" il monito del presidente della Figc. Abete chiede che "nel rispetto del diritto al dissenso, non si vada però oltre" e che i toni si abbassino.

E ancheMatarrese, pur dividendosi tra la comprensione obbligata da capo della Lega di certi sfoghi dei presidenti dei club infuriati per presunti o veri torti arbitrali e il ruolo istituzionale, si muove sulla stessa linea: dar modo ai giovani di maturare, senza negare però la possibilità di criticare il loro operato. "I presidenti hanno il diritto di lamentarsi, ma oltre non devono andare. Fare una crociata contro gli arbitri è un errore madornale" ha detto Matarrese, che è pronto a tirare fuori le unghie per difendere il sistema di cui è a capo da attacchi e insinuazioni. "Capisco che il presidente deve alzare la voce per tranquillizzare la tifoseria - ha proseguito Matarrese - comprendo la loro rabbia, ma che nessuno si permetta di pensare a operazioni sporche nel calcio italiano perchè lo querelo".

Così anche il ritorno di espressioni quali sudditanza psicologica vengono bollate come arcaiche. "State leggendo un libro con pagine antiche" dice il presidente dell'Aia, Gussoni che non vuole sentire parlare di malafede. "Sono solo banalita" gli fa eco Matarrese. La ricetta per evitare errori che pure ci sono, come ha ammesso lo stesso Gussoni, non c'è. Comunque la regolarità del campionato non è a rischio, precisa Abete. Quanto al futuro non si può che dare fiducia al lavoro di Collina che "è durissimo, perchè diciamo la verità fare l'arbitro è difficile. I nostri sono giovani, ma non c'è alternativa. Bisogna farli sbagliare" le parole di Galliani. Quanto al ruolo del designatore-allenatore nessun dubbio. "Ha le spalle larghe, ma non vedo una scelta migliore. Anche lui deve crescere nel nuovo ruolo" dice Matarrese. "Sta facendo un lavoro in profondità e la Figc è lieta di assecondare questo percorso".

Ma c'è anche chi rimpiange il Collina con il fischietto in bocca: "Il problema è che non scende più in campo, designa, ma non dirige più" le parole di stima di Bobo Vieri. La difesa è fino in fondo. Così anche Gervasoni, finito sotto accusa per la contestata direzione di Inter-Parma, non è però sul banco degli imputati. "Quel rigore lo avrei dato anch'io" lo difende Gussoni. Nessuna pausa di riflessione per lui, deve crescere insieme alla nuova squadra di Collina.


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