venerdì 11 gennaio 2008

Forse una soluzione all'Alzheimer?

MILANO - La moglie sostiene che il marito è tornato proprio come prima, il figlio dice di non aver mai visto una trasformazione del genere: è quanto successo a un paziente inglese affetto da demenza e trattato con un farmaco dal nome Etanercep, comunemente utilizzato per la cura dell'artrite reumatoide. L'ottuagenario signore (medico tra l'altro e affetto da una lieve forma di Alzheimer), dopo essersi sottoposto a iniezioni del farmaco nel midollo spinale, pare aver riacquistato come d'incanto, e nel giro di una decina di minuti, la memoria perduta. La scoperta, clamorosa quanto casuale, è finita sulla pubblicazione «Journal of Neuroinflammation», ma ora la comunità medica e scientifica si interroga sull'efficacia generale dei risultati, tra scetticismo ed entusiasmo.

IL PARERE DELL'ESPERTO – Il primo indizio che invita alla cautela – come fa notare il professor Stefano Cappa, preside della Facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele – è rappresentato dal fatto che si tratta di un caso singolo, in cui dunque l'elemento suggestivo può giocare un ruolo decisivo, e che la malattia è nella fase iniziale, nella quale è tipico un progressivo declino della capacità mnemonica intervallato da iniziali fluttuazioni (che se dovessero essere troppo frequenti e durature metterebbero in dubbio la diagnosi di demenza da Alzheimer). Inoltre, l'articolo della Bbc che riporta la notizia nulla dice a proposito della durata della memoria riconquistata e questo dato è cruciale. «E' giusto comunque – aggiunge il professor Cappa – approfondire questo filone di ricerca, iniziato per altro già da tempo, in cui si cerca di contrastare la patologia trattando l'aspetto infiammatorio dell'Alzheimer, reazione a sua volta del processo degenerativo. Questo indirizzo ultimamente è stato deludente, ma ciò non significa che non valga la pena insistere e qualsiasi strada, a proposito di una patologia così grave, va percorsa».

L'ETANERCEP – Questo farmaco è usato infatti proprio nell'ambito dell'artrite reumatoide, disturbo osseo fino ad oggi curato con antinfiammatori o immunosoppressivi, e pare agire anche sul cosiddetto fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa), chitochina che svolge un ruolo importante nei processi infiammatori, ma la cui sovrapproduzione può danneggiare le cellule cerebrali..

ALZHEIMER - Il morbo di Alzheimer è una demenza progressiva invalidante, nel mondo sono 26,6 milioni le persone che ne soffrono (secondo le stime della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora) e rappresenta la più comune causa di deterioramento cognitivo cronico.
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